(g.l.) “La solitudine delle macchine dismesse” è il suggestivo titolo della mostra che Adriana Bassi propone in questi giorni a Udine nell’ambito della manifestazione “In arte con il Cfap”, attività curata nello spazio espositivo della Fondazione Friuli proprio dal Centro Friulano Arti Plastiche presieduto dall’architetto Bernardino Pittino, figlio di quel grande Fred che realizzò nei primi anni Sessanta anche il mosaico che fa da sfondo all’altare dell’antica Pieve di Nimis. Ed è proprio residente nel paese pedemontano – anche se le sue origini portano nel vicino Rojale – l’artista che in via Gemona ha dato vita alla ricca esposizione visitabile fino al 16 febbraio, nella quale sono presenti una serie di incisioni di grande formato realizzate da Adriana Bassi alla celebre stamperia di Corrado Albicocco.

Le tecniche utilizzate spaziano dall’acquatinta al carborundum ed alla cera molle, rispettando comunque quelli che sono i suoi principi nel fare arte, cioè, come dice lei stessa, «andare oltre quello che è il reale, oltre quello che si vede superficialmente, per esplorare la memoria, il vissuto che può essere raccontato attraverso i colori, le forme e i materiali che di volta in volta vengono assemblati secondo una certa armonia o disarmonia». E ancora: «Qualsiasi forma, un fiore, un volto, una macchia sul muro, qualsiasi materiale, un sasso, una radice, un pezzo di legno, pezzi di ferro arrugginito possono suscitare emozioni e suggerire movimenti infiniti e dare vita a forme artistiche nuove e irripetibili, diverse dall’immagine originale».
Infatti, dopo l’iscrizione all’Accademia di Brera, dove ha seguito corsi di nudo, artefici e figura, apprendendo proporzioni, prospettiva e conoscenza dei rudimenti di educazione artistica, Adriana Bassi si è staccata da tutto ciò che è accademia per una personale ricerca indirizzata sulla tecnica e sulla forma in una continua sperimentazione e rinnovamento lavorando con molteplici materiali e su diversi supporti. In mostra, accanto alle incisioni, sono esposte, infatti, anche alcune opere a tecnica mista su carta che sono parte integrante della stessa ricerca formale, ed utilizzano come base fondi realizzati a carborundum poi rielaborati. Nell’androne esterno sono esposte, invece, tre sculture dettate da emozioni provocate da episodi di momenti particolari, che comunque non si discostano dai lavori su carta.

Adriana Bassi

Con questa mostra procedono, dunque, le attività di questo spazio espositivo, fortemente voluto e sostenuto dalla Fondazione Friuli, che per il 2025 prevedono un calendario di ben sedici mostre, una ogni tre settimane, in cui, accanto ad alcuni nomi “storici”, ci saranno artisti contemporanei, giovani e meno giovani, per cercare di portare o riportare in luce una produzione artistica del nostro territorio, con un occhio anche oltre confine. Come detto, la mostra è visitabile, nella nuova sede della Fondazione Friuli, in via Gemona 3 a Udine, fino al 16 febbraio, il venerdì dalle 16 alle 19 e il sabato e la domenica dalle 10 alle 12.30 e dalle 16 alle 19.
Tornando, infine, all’aggancio con Nimis, ricordiamo che era stata proprio Adriana Bassi – moglie di Gianni Paganello – con il Centro Friulano Arti Plastiche ad allestire la scorsa estate la tanto apprezzata mostra dedicata a Tita Gori – con le bellissime tele a olio salvate dopo il terremoto -, proponendo assieme ad altri artisti del Cfap una “lettura” contemporanea delle opere del grande pittore di Nimis.

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In copertina, le sculture di Adriana Bassi che introducono alla mostra di Udine e all’interno alcune immagini della ricca esposizione alla Fondazione Friuli.

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